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Cappella di Santa Croce

La Cappella di Santa Croce a Coreno Ausonio è un piccolo gioiello architettonico risalente al XIV secolo. Con la sua elegante struttura romanica e gli affreschi medievali ben conservati, incanta i visitatori con la sua atmosfera sacra e suggestiva.

Descrizione

Trovasi nella medesima contrada della cappella di S. Erasmo, nel punto ove si dice “la Cro­ce”.

Dionisio de Gori con testamento 26 Luglio 1617 dispose la costruzione di una cappella dal titolo di Santa Croce cui assegnò il capitale di cento ducati perché con la rendita si celebrassero in perpetuum in tutti i giorni festivi e feste di precetto messe per l’anima sua.
La cappella non fu costruita a tempo per la morte seguita del suo figliuolo Ignazio cui si aggiunse ancora quella di sua moglie Argenta Ruggiero avvenuta il 24 Maggio 1624. Costei poi con te­stamento del 14 precedente ingiunse alle figlie superstiti Fiorenza ed Elena di portare subito a compimento l’opera iniziata cui legò 50 ducati per spendervi tutto il necessario.
Lo speziale Giov. Battista de Gori nipote del fondatore, con Atto Nr. Tommaso de Siena 27.7.1656 alla vigilia del suo decesso nella peste di quell’anno assegnò alla cappella cento ducati per celebrazione di messe in suffragio dei suoi genitori e consorte e poiché la morte mieteva quotidianamente vittime ordinò ai suoi due figli Cesare e Francesco, ed in caso di morte di costoro ai fu­turi eredi “più propinqui”, di costituire dai suoi beni un corpo di 500 ducati, dal frutto dei quali si dovessero celebrare in perpetuum delle messe “per tutti i membri” di sua casa. Ciò non facendo succederà l’Università di Coreno che comporrà una dote per “due zitelle in capillis” nel tempo del loro matrimonio.
Giov. Battista dispose ancora di “dispensare per una vice tantum” 50 ducati ai poveri, di rilasciare ai suoi debitori dieci carlini, e lasciò ancora 10 ducati per l’acquisto d’una campana.
Scomparsa nel contagio l’intera famiglia del donatore, Fiorenza de Gori, nipote del Dionisio divenne l’unica erede, essendo morta anche la sorella Elena moglie del dottor fisico Pietro Corte, e ben presto compose in favore della Cappella un corpo di 500 ducati. Poiché la Fiorenza de Gori passò tre volte a nozze in Fratte, il diritto di presentazione del cappellano che per costituzione spet­tava alla famiglia del fondatore produsse non pochi inconvenienti e continui litigi ad opera dei numerosi pretendenti. Lo stesso Pa­dre Zaccaria Petronio dell’Ordine Benedettino Cassinese figliuolo di Fiorenza e del primo marito Cristoforo, previa licenza dei suoi Superiori rinunziò a tutti i suoi diritti in favore di sua sorella Colomba, contro la quale la madre Fiorenza esprime con testamento i suoi rimproveri ed il suo doloroso rincrescimento per essere la causa di tanto disordine.

Con il volgere del tempo le liti degenerarono perfino in atti di violenza verso il luogo sacro che procurarono l’intervento dei Sindaci della Università presso il Vescovo perché ponesse riparo contro “ciò che ridonda in evidente danno della loro Pubblicità ed anche dello Ius evidente della Camera Vescovale”.
Altra lite sorse ancora nel 1754 tra i cugini sacerdoti Felice e Nicodemo Petronio, ambedue aspiranti alla nomina di cappellano di Santa Croce. V’ha decreto della Suprema Signatura Apostolica 14.XI.1714, della Curia di Gaeta “pro tribunali sedente” addì 28.VI.1725 del Vicario Generale Andrea Ferro ed ancora di Mons. Pignatelli addì 1.VIII.1800. Non ci è noto il motivo per cui la Famiglia Costanzo del Cancelliere D. Carlo sia divenuta in pos­sesso di questa cappella che rovinata dagli ultimi avvenimenti di guerra aspetterà invano l’ora del suo ripristino essendo già interdetta dalla S. Visita del 1941. Nel 1962 è stata completamente rifatta ad opera esclusiva della Sig.ra Armanda Costanzo, e consacrata da S. Ecc. Msr. Gargiulo.

Modalità di Accesso

Accesso senza barriere architettoniche

Contatti

Luogo

via Roma, 03040, Coreno Ausonio (FR)

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