Giovanni Porcaro da Roma, rifugiato a Coreno nel 1292 per i noti movimenti politici di quel tempo irrequieto con suo pubblico testamento aveva offerto il suolo per la costruzione di una chiesa o cappella di cui la borgata era sprovvista, ma si era giunti al 1395 e l’opera non era ancora iniziata quantunque gli eredi avessero concesso il terreno opportuno attiguo alla loro dimora. Tre uomini di buona volontà , Benedetto e Giovanni Stabile e Nicola Orlando, indotti dal fatto che agli abitanti di questo casale distante dalla chiesa parrocchiale di S. Michele di Fratte per circa due miglia, era molto disagevole recarsi colà per compiere i doveri religiosi, attraverso un sentiero angusto e sassoso, chiedono al Cardinal Bartolomeo di S. Pudenziana Legato Apostolico nel Regno di Sicilia residente a Gaeta, la cui sede vescovile era vacante, la facoltà e l’assenso per l’edificazione di una chiesa, le cui spese dichiarano di sostenere con mezzi propri e fidando poi nel concorso del popolo. Con Bolla del 24 Ottobre 1395 l’alto Prelato elogiando la pietà e lo zelo dei richiedenti esprime il suo pieno consenso per la lodevole iniziativa.
Il lavoro della chiesa, per quanto riferisce il sac. Giuseppe Ruggiero durò 50 anni e solo il 15 Marzo 1445 Mons. Iacobo Vescovo di Gaeta potè erigere la parrocchia di S. Margherita della terra di Coreno che contava in quel tempo circa 400 abitanti.
La chiesa di S. Margherita descritta nell’Apprezzo del 1690 che corrisponde allo stato attuale non è la chiesa primitiva: essa venne ampliata nel tempo. Si noti che nella descrizione riportata non si accenna alla nuova sagrestia, a destra dell’Altare Maggiore, più spaziosa dell’altra, e che venne costruita dopo quell’anno. Il lavabo in pietra reca la data dell’anno 1590. R.D.B.T.A.C. (Rev. Don Baldassarre Tummolo Arciprete Curato).
Le Cappelle laterali, tutte di una sconcertante asimmetria, furono edificate da famiglie private in tempo posteriore al 1445, per il che possiamo affermare che la nostra chiesa parrocchiale nel suo inizio aveva solo l’Altare Maggiore in corrispondenza delle due navi minori, le quali, come è detto, sono di Ius patronato dell’Università .